
11 Ott Il menisco: alcuni consigli
Il Menisco è una cartilagine posta tra due estremità ossee a scarsa congruenza. Ne abbiamo due per ogni ginocchio (interno ed esterno). Nel ginocchio il menisco favorisce l’articolarità del femore, (a superficie convessa) con la tibia (a superficie piatta). E’ stata dimostrata una loro mobilità soprattutto in direzione antero-posteriore. Questo permette una congruenza articolare dinamica e non solo statica. Infatti il rotolamento del condilo femorale durante la flessione del ginocchio viene accompagnato dal movimento del menisco. Una di sincronizzazione di tale azione sarebbe uno dei movimenti lesivi a carico del menisco.
La rottura del menisco presuppone, nella maggioranza dei casi, un intervento di asportazione di una parte del menisco, o solo di alcuni frammenti, e solo in pochi casi di tutto il menisco. L’intervento di asportazione, Meniscectomia, viene fatto oramai solo per via artroscopia. Un metodo che consiste in un intervento di microchirurgia in quanto si opera attraverso due o tre fori di 1 cm di larghezza. Attraverso tali fori vengono introdotti da un lato una sonda esplorativa e dall’altro gli strumenti chirurgici. Parte della poca invasività dell’intervento è data anche dal fatto che si tende a “ripulire” il menisco nella sola sede dove è rotto. Dopo l’intervento spesso vengono utilizzate le stampelle, ma ormai in molte strutture non vengono più utilizzate. La discreta instabilità che deriva dall’asportazione di una parte o di tutto il menisco comporta l’inevitabile necessità di stabilizzare il ginocchio mediante la ginnastica e il rinforzo e il potenziamento dei muscoli della coscia. A tal proposito è sbagliato pensare che i muscoli interessati in questa azione di stabilizzazione siano solo i muscoli estensori. Infatti vi partecipano tutti i muscoli che passano nelle vicinanze del ginocchio sia anteriormente che posteriormente, e sia all’esterno che all’interno. Da non trascurare è l’allungamento ed il rilassamento delle fasce muscolari posteriori, al fine di ottenere un completo recupero. A volte passano anche mesi prima che venga effettuato l’intervento, e in questo periodo di inattività si può verificare una ridotta mobilità e/o una modesta rigidità articolare, che vanno affrontate sin dall’inizio, per facilitare poi il ricondizionamento e il completo recupero muscolare. In questo caso si tratta di lavorare sempre in assenza di dolore, e senza raggiungere mai, nel primo mese dall’intervento la flessione massima sotto carico del ginocchio. Per recuperare l’estensione è sufficiente lasciare il ginocchio sospeso tra 2 punti.
GLI ESERCIZI CONSIGLIATI
È consigliabile scegliere inizialmente esercizi in scarico come la cyclette, anziché esercizi come lo Squat o la Leg Press a 90°. Anche dopo la cyclette va sempre associato lo stretching. Gli esercizi consigliati invece nelle settimane successive all’intervento, vanno dalla contrazione isometrica per 5sec. con 5 sec. di recupero, allo Step ed alla cyclette nelle prime fasi. Se non compare dolore o tumefazione si passa all’allenamento con la Leg Extension e la Leg Curl a carichi moderati e crescenti, per poi passare successivamente alla Leg Press orizzontale e al Mezzo Squat (inizialmente eseguito senza carico e rigorosamente con escursione controllata). Molta attenzione va data alla regione dalla quale è stato asportato il menisco, ad esempio: se è stato asportato il menisco mediale, consiglio di insistere opportunamente sull’allenamento del Vasto Mediale del muscolo Quadricipite e sui muscoli che costituiscono la zampa d’oca (Semitendinoso, Gracile, Sartorio) e sul Semitendinoso. Consiglio anche di allenare i muscoli Adduttori, il Tensore della fascia lata e il Grande Gluteo, tutti muscoli che concorrono nella stabilità dell’anca e quindi anche del ginocchio.
GLI ESERCIZI CHE SCONSIGLIO
Sono innanzitutto quelli che causano dolore. Evitare tutti gli esercizi che ricercano l’escursione massima sotto carico, e soprattutto lo Squat parallelo e il lo Squat completto che possono rendere il ginocchio ancora più instabile. Evitare comunque tutti i movimenti di torsione del gionccchio, come tutti quei movimenti di torsione dove il femore ruota, e la tibia invece rimane bloccata, questa situazione per il menisco è dannosissima, perché il menisco viene intrappolato in una morsa pericolosissima tra il condilo femorale e i piatto tibilale Controllare i progressi valutando periodicamente il tono muscolare, oppure misurando i miglioramenti in cm. di crescita muscolare con il metro a circa 10cm. dal margine rotuleo superiore.
Mirko Cantone Personal Trainer.